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Il Coaching e le Olimpiadi

Dal 23 luglio all’8 agosto in Giappone si è tenuta la XXXII edizione dei giochi olimpici. Si sarebbe dovuta svolgere nel 2020 ma è stata posticipata di un anno a causa dell’emergenza sanitaria di Covid-19. Il Paese del Sol Levante torna a ospitare gli atleti da tutto il mondo dopo essere stato già sede delle Olimpiadi nel 1964.


Vediamo come il ruolo del Mental Coach è stato fondamentale nel conseguimento della medaglia d'oro per i campioni Marcel Jacobs e Gimbo Tamberi.





“Se la mia mente può concepirlo, allora io posso compierlo”, amava ripetere uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, Muhammad Ali. “Per gli sportivi che vogliono diventare campioni, la mente può essere altrettanto importante, se non più importante, di qualsiasi altra parte del corpo”, diceva Gary Neville, uno dei simboli del Manchester United e della nazionale inglese degli anni Novanta e Duemila. La bibliografia è piena di riferimenti al peso che la psiche ha nel conseguimento di risultati sportivi e nel processo di maturazione dell’atleta. Eppure in Italia la figura del mental coach si sta facendo strada solo negli ultimi anni, tanto che per completare un percorso specifico in questo ambito si è spesso costretti a studiare all’estero.


E’ l’Olimpiade dei “mental coach”. Pare proprio che a incidere sui grandi successi sportivi non sia fondamentale soltanto l’allenamento fisico, ma sempre di più conti anche quello della mente. Lo hanno confessato i neo campioni azzurri Marcel Jacobs e Gimbo Tamberi dopo i loro splendidi ori nell’atletica.

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E' con piacere notare che la figura del Coach assume sempre di più un ruolo cruciale sia per le attività agonistiche sia per le organizzazioni che per la vita privata.



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